Finché il caffè è caldo

RECENSIONE

FINCHÉ IL CAFFÈ È CALDO di Toshikazu Kawaguchi

Titolo originale dell’opera: Coffee Ga Samenai Uchini

Edizioni Garzanti

Traduzione dall’ inglese di Claudia Marseguerra

È il primo libro che recensisco del tour TURISMO LETTERARIO, l’autore è Toshikazu Kawaguchi, come puoi notare il nome suona giapponese, pertanto ben lontano dalla nostra cultura.

Così è, ma non spaventarti c’è la traduzione in Italiano.

IN

INCIPIT

1. GLI INNAMORATI

«Oddio, è già tardi? Scusa tanto, ma devo proprio andare», aveva borbottato l’uomo con aria evasiva, alzandosi per prendere la borsa.

«Eh?» aveva replicato la donna, guardandolo incerta.

Non gli aveva sentito dire che era finita. Eppure l’aveva invitata fuori – dopo due anni che uscivano insieme – per parlarle di una cosa seria ...e adesso di punto in bianco, le aveva nnunciato che si trasferiva per lavoro in America. Sarebbe partito subito, nel giro di poche ore. Non aveva sentito le parole esatte, è vero, ma ormai era ovvio che la cosa seria di cui dovevano parlare era la rottura del loro fidanzamento. Evidentemente era stato un grosso errore pensare – anzi, sperare – che la cosa seria fosse: “Mi vuoi sposare?”

CIPIT

 

LA STORIA

La storia è ambientata in un antico e singolare Caffè ubicato in un seminterrato; si scende una scala e si entra in una stanza non ampia, nella quale sono situati pochi tavolini. Luci soffuse che dipingono sulle pareti una sfumatura seppia, molto vintage, rendono questo luogo irreale, tuttavia tre grandi Orologi scandiscono, a loro modo, i minuti di qualsiasi azione umana, anche quanto tempo ci impiega il caffè a raffredarsi, pertanto questo movimento è quello che ci riporta al qui ed ora, in questo istante.

Tutto ha un ordine, una sequenza precisa scandita dal Tempo eppure sembra che le persone stiano sempre nello stesso punto, fermi.

In questo lasso, cioè in quei minuti in cui si raffredda il caffè, il cliente che ha il permesso di sedersi su di una determinata sedia ad un preciso tavolino, può partire per un insolito viaggio, appunto nel Tempo.

Ritornare indietro nel passato della sua vita e cogliere un attimo particolare rivivendolo in un modo diverso. Questo attimo non cambierà il futuro, ma trasformerà nel profondo il viaggiatore, che a dire il vero, non si muove per nulla e, prima che il caffè si raffreddi, si ritroverà seduto sempre allo stesso tavolino.

C’è un insolito avventore che occupa quel tavolino, tutti i santi giorni, ed è una donna vestita di bianco intenta a leggere un giornale.

La donna è l’unica che non è riuscita a bere il suo caffè “in tempo”ed ha fallito il suo viaggio.

I protagonisti del romanzo sono in gran parte donne di varie età ed occupazioni: Fumiko è una ragazza che ha un amore irrisolto, Kotake è sposata ad un uomo malato di Alzheimer, che ormai non la riconosce più, Hirai prova rimorso verso la sorella, che ha trascurato per anni, Kei è una madre che non ha mai conosciuto sua figlia Miki.

E poi c’è lei Kazu che serve il caffè ai clienti.

Kazu conosce molti segreti e la procedura per ritornare indietro, ma sottopone chi desidera intraprendere questa scelta ad un vero e proprio esame.

Non tutti hanno l’intenzione corretta e la predisposizione d’animo appropriata.

Queste donne sono descritte minuziosamente: come sono vestite, come si muovono, come parlano, come gesticolano.

Leggendo ti sembra di vederle su di un palcoscenico, ognuna con la propria parte da recitare.

L’AUTORE

Toshikazu Kawaguchi è giapponese, nato a Osaka nel 1971. Prima di diventare un romanziere di grande successo ha lavorato come sceneggiatore teatrale e regista. Infatti questo romanzo nasce come opera teatrale, poi l’editor della casa editrice giapponese spinge l’autore a farne un vero progetto editoriale.

Il libro esce in Giappone nel 2015, vende un milione di copie e vince anche un importante premio letterario.

In seguito a questo successo l’autore pubblica anche il secondo romanzo “Basta un caffè per essere felici” nel 2017 e poi addirittura un terzo nel 2018 “Il primo caffè della giornata”. Crea una vera saga aggiungendo l’ultimo nel 2021 che si intitola “Prima che io possa dire addio”. Quest’ultimo non è ancora in circolazione in Italia, per adesso non lo troverete ancora in libreria. In Italia, ovviamente, escono tutti dopo, infatti il primo viene pubblicato da Garzanti solo nel marzo del 2020.

LA CRITICA

Marzo 2020 è stata una data particolare perché nel nostro paese segna l’inizio della pandemia da Coronavirus.

L’abbiamo letto al Gruppo Unibook del corso Leggiamo, per piacere ed ad alcuni non è piaciuto per svariati motivi:

– per il linguaggio “piatto”;

– perché trovano il libro pretenzioso e superficiale;

– perché il meccanismo del viaggio suona artificiale e complesso.

Visto che il libro è uscito durante il periodo pandemico alcuni si sono chiesti se potesse essere un’operazione commerciale, tra l’altro, molto ben riuscita.

I temi universali affrontati in questo romanzo, abbastanza breve devo aggiungere, sono la malattia, i conflitti di genere, il viaggio, il senso di colpa o il rimpianto e il desiderio di riparazione, la morte.

L’incipit è in media res, cioè inizia nel mentre la storia si sta svolgendo e la focalizzazione è esterna con un narratore onniscente, che sa tutto quello che succederà.

Il linguaggio è, secondo me, asciutto, non piatto. Non lo trovo pretenzioso ed il viaggio nel Tempo, dato che non è un viaggio qualunque, non può essere semplice.

A me è piaciuto! Forse sì, potrebbe essere una bella trovata con un risvolto commerciale, ma molto adeguata per il Tempo della Pandemia.

Tempo nel quale il virus circolava con una certa velocità e le persone stavano ferme a pensare sulle proprie vite.

QUANDO LEGGERLO?

É un romanzo di 192 pagine e si può leggere ovunque, anche nei momenti di disattenzione perché ti richiama all’attenzione, al carpe diem alla giapponese.

Ritengo che una settimana, al massimo due sia il Tempo, appunto, necessario per leggerlo.

Lo proverei davanti ad un caffè, tanto per fare la prova.

Puoi comportarti come se fossi uno dei personaggi e chiederti:”Se avessi la possibilità di rivivere un momento già trascorso della mia vita che non sia più lungo del tempo che impiega il caffè a raffreddare, quale momento sceglierei?

Secondo me questo è il senso del libro.

Quando lo leggerai fammi sapere il tuo parere e scrivimi a: nina.ballor@gmail.com nina.ballor@gmail.com

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