Martina va in città

Martina va in città, assomiglia a un titolo di un film noto, ma questa storia inizia così, o almeno il suo esordio, quasi naturale, avviene in una grande città italiana: Milano.

Metropoli del business, della comunicazione, dell’immagine, del design, della moda in particolare.

Martina è nata in Piemonte nel 1992 sotto il segno dell’Ariete di cui il pianeta dominante è Marte il guerriero, il pianeta sovrano è Venere l’amante, la carta dei tarocchi è il diavolo che rappresenta l’istinto, la pietra porta fortuna è nientemeno che il diamante, la pietra dura per antonomasia.

Come si può notare, gli astri delineano in modo preciso la protagonista di questa storia, che si presenta con un caratterino niente male.

Ma qual è la sfida nella vita di Martina?

Tento a indovinare: forse raccontare la sua visione del mondo agli altri attraverso quello che fa e aggiungo, quello che fa con le mani, perché esse sono fondamentali nel suo modo di compiere. Martina è sensibile, affascinante, ma secondo il suo segno è anche ambiziosa e potente. Questo insieme di caratteristiche possono sembrare contraddittorie, tuttavia la sua capacità di osservazione e l’acutezza intellettuale le hanno consentito, finora, di formulare strategie ben costruite in risposta a ciò che la vita le ha riservato.

Non siete curiosi di sapere?

Tutto inizia nell’infanzia trascorsa con la nonna materna: Maria.

Fin da piccola, la nonna, appunto, non la lascia in pace a guardare, pigramente, i cartoni animati davanti al televisore, ma decide, come si usava in passato, di insegnarle qualcosa di utile: lavorare all’uncinetto, ricamare, lavorare a maglia; qualcuno li chiama lavori femminili.

Così facevano le bambine un tempo, imparavano cose produttive, attive.

Facevano esperienza, non erano testimoni passive di un’esperienza altrui finalizzata al consumo e osservata tramite uno schermo, qualsiasi schermo, e mi riferisco, ora, a quelli degli smartphone.

Con la mamma Liliana contemporaneamente ha integrato il lavoro con i filati ad altre occupazioni manuali; dal cerchiamo i lombrichi per l’humus nell’orto, al facciamo la pasta di sale o dipingiamo le foglie.

E che dire del padre Giuseppe, falegname per passione che manualmente smontava e rimontava  marchingegni per osservarne l’interno. Insomma in famiglia non si sta mai con le mani ferme appoggiate sulle ginocchia. Esempio passato nei geni, nel sangue, dagli antenati che erano sarti e fabbri. Artigiani nell’animo e nello spirito.

Meglio il pongo delle bambole”

Insomma la parola d’ordine è sempre stata “meglio un sacchetto di pongo che una bambola”.

Lavorare con le mani e anche con la testa, tutto ciò, piano piano è diventato il mio modo di essere” dice Martina, ma forse “ero già così prima di divenire al mondo”.

Il daimon di Martina è sempre stato quello di creare con la sua capacità manuale e tecnica, poi esso ha preso sempre più le sembianze del “dar vita” a materiali come il tessuto o la maglia, grazie anche gli studi che ha deciso di intraprendere:“Ho frequentato il liceo scientifico e ho concluso questo ciclo di studi con una tesi su proporzioni matematiche e arte. Ho sempre sentito in me una dicotomia tra razionalità e creatività, cioè di un estetica che può essere rappresentata da una formula. Questa è diventata la mia filosofia di vita.”

La formazione

Anche se dopo il liceo era spaesata e non era ben sicura su quale indirizzo prendere, ha scelto di frequentare lo IED – Istituto europeo del Design di Torino.

Diplomata allo IED con pieni voti, Martina non ha cercato subito un lavoro in azienda perché il lavoro ripetitivo, stile catena di montaggio, la terrorizzava. Non voleva essere una dipendente anonima di una gigantesca azienda strutturata: “Nonostante non sia semplice trovare un impiego di quel tipo, il mondo della moda non è poi così attraente come tutti pensano. La gente creativa è poca e poi, non dimentichiamoci, imperano le leggi del mercato. Comunque io non avrei nemmeno desiderato fare la creativa e basta perché c’è una parte di me che definirei molto tecnica.”

Martina, seguendo questa sua attitudine, ha poi frequentato un corso di modellistica e sartoria, vale a dire matematica applicata al corpo, all’anatomia umana al fine di costruire la “muta” che sta bene addosso.

L’ Istituto Secoli di Milano è una scuola per professionisti molto conosciuta in Italia, lei l’ha frequentata lavorando e non è stata una passeggiata.

Alla Secoli costruisci le basi modellistiche (la “muta” appunto), poi parti a sviluppare le fantasie: i volumi, i tagli, le rouches e ad articolare qualsiasi tipo di modello.”

 
 
collezione estate 2022
Collezione primavera estate 2021
ragazza con vestito svolazzante
Collezione primavera estate 2021

Ingegnere o Architetto della moda

Mi piace più definirmi un ingegnere piuttosto che un architetto della moda” afferma questa giovane donna con lunghi capelli castani, mentre mi guarda determinata.

Infatti la sua idea è che non ci sia creatività senza tecnica perché quest’ultima rende reale, tangibile, tattile e riproducibile qualsiasi cosa. Gli abiti devono essere indossabili, non devono essere delle idee irrealizzabili.

Al momento sono impiegata in un’azienda di abbigliamento che produce per terzi, seguo lo sviluppo tecnico di ogni capo nei suoi dettagli: dallo studio del disegno, confrontandomi con il reparto stile dei clienti, fino alla sua produzione. Appassionante, sì, ma ho avuto, a un certo punto, la sensazione di perdere il contatto con la realizzazione concreta e sartoriale di un abito. Inoltre i numeri di produzione sono grandi e questo rende ancora più difficile mantenere un contatto concreto e diretto con i volumi di cui si parla.”

Perché Tesiè Clothing?

L’idea di Tesiè, il suo nuovo brand di abiti, deriva dalla necessità di riacquistare manualità e pratica attraverso il contatto diretto con il tessuto, il capo finito e il processo che ci sta in mezzo.

Dopo il lockdown, ho preso coraggio per iniziare questo nuovo progetto. Mi sono detta – comincio a fare quello che mi piace, poi vedremo -. Con Tesiè disegno personalmente ogni pezzo, cercando di ragionare stilisticamente su un prodotto che abbia un’identità stilistica (la mia) e che sia svincolato dai trend passeggeri. Allo stesso tempo dal punto di vista tecnico e in merito alla scelta dei materiali, mi preoccupo di creare un prodotto di buona qualità e che possa durare nel tempo. Sostenibilità è anche questo. Tesiè clothing unisce queste due anime, l’anima creativa e l’anima tecnica e la sostenibilità.”

particolare vestito a fiori scuro
Collezione primavera estate 2021

Il primo brand di moda: SINGLE COPY

Prima di Tesiè ho avuto un’ altra esperienza con un piccolo marchio fondato con una collega di studio. Con questa esperienza abbiamo avuto lo scontro diretto con la realtà. A scuola ho avuto un approccio puramente creativo, esprimi te stesso e ti importa relativamente del pubblico, del mercato. Di fatto con il primo marchio, che si chiamava Single Copy, mi sono scontrata con la fattibilità economica e tecnica concreta. Devi comprare i tessuti, scegliere i colori, inventare gli abiti che stanno bene a tutti e devi tenere conto dei costi. Il nome del mio primo marchio era un ossimoro, ogni capo era numerato prodotto con tessuti diversi. Questo era un plus per il cliente perché il prodotto era veramente unico, ma anche perché noi trovavamo dei tessuti in quantità ridotte e non ripetibili. Quindi quello che era un nostro limite, cioè un budget economico ridotto, lo abbiamo capovolto creando un codice stilistico personalizzato.”

Cosa mi ha insegnato veramente l’esperienza aziendale

La collaborazione a un certo punto è terminata ed era ora di fare un esperienza in azienda. Durante quella estate, di circa sette anni fa, ho fatto molti colloqui e ho avuto questa opportunità di andare a Milano. L’ho presa al volo perché il mio desiderio è sempre stato quello di fuggire dal paese. L’esperienza aziendale mi ha insegnato l’approccio professionale con le fabbriche e i clienti. Impari cosa è importante per il cliente, impari l’ascolto e la comunicazione corretta. Un altro ambito che ho amato esplorare è quello della maglieria: ha un infinita possibilità di varianti. Puoi comporre con fili di colori eterogenei assemblaggi diversi, infinite configurazioni di punti, effetti differenti creano un prodotto unico.”

Collezione autunno inverno 2022
Collezione autunno inverno 2022
Collezione autunno inverno 2022

Lo stile di Martina

Il mio stile è semplice, pulito, portabile con un gusto un po’ retro perché mi sa di genuino, di autentico. Non apprezzo l’esasperazione dei volumi, delle forme. Personalmente non associo la parola “stile” a qualcosa di stravagante, fuori dalle righe, fashionista: preferisco silhouette moderate e sobrie, eleganti e delicate.

Nel logo di Tesiè troverete la lavanda: mi sa di campagna, di profumi di una volta. La mia famiglia ha una piccola casina sulle colline del Monferrato, e da qualche anno raccogliamo la lavanda delle piante che ne decorano il giardino. Quella che troverete nei sacchettini che accompagnano ogni capo viene proprio da lì, quindi anche lei è super genuina e home made!

I miei abiti sono femminili, leggeri, freschi e sostenibili. Sono molto attenta all’ambiente e in futuro mi piacerebbe puntare di più su materiali e tinture naturali.

Per ogni stagione sono arrivata a produrre circa centocinquanta capi, diciamo circa trecento capi all’anno, vale a dire venticinque capi al mese, ovviamente continuando il mio lavoro in azienda. Sono numeri tutt’altro che industriali, ma mi piace l’idea di poter mantenere, anche in futuro, una dimensione più a “misura d’uomo” e artigianale.

Dove si possono comprare gli abiti Tesie?

Vendo direttamente partecipando a eventi, fiere, online su Etsy e collaborando con il negozio MoiTo, talvolta confeziono su misura anche se quest’ultimo canale è maggiormente impegnativo: lo studio del modello e della vestibilità cambia da progetto a progetto, e chiaramente richiede molto tempo.

Questa primavera esce una seconda capsule collection di abiti da cerimonia creata interamente da me, in collaborazione con Micaela e Ylenia, del negozio MoiTo. Colori delicati dalle sfumature pastello per le damigelle, ma anche una piccola sorpresa con due modelli sposa. Questa collezione sarà in vendita presso MoiTo di via delle Rosine 1 bis Torino.

Visto gli ottimi risultati raggiunti ho capito che le mie creazioni piacciono e si distinguono proprio per questa loro genuinità.”

Capsule Collection abiti da cerimonia 2022
ragazze che ridono abiti da cerimonia collezione 2023
Capsule collection abiti da cerimonia 2023
Capsule collection abiti da cerimonia 2022

Capsule collection abiti da cerimonia Tesiè Clothing per MoiTO 2022-2023

Concept and Design: @scrivani_weddingeventsplanner
Florist: @helianthus_flowerlab
Hair: @ganna_hairstyle
Photography: @dary.huz
Rings and jewellery: lesgriffesbijoux
Venue: @giardinilapergola
Hair Accessories: @cristinasignorina
Light: @lightshade___
MUA: @ivanovamakeuptorino
Rental: @venturinonoleggi
Accessories: @solido_collettivo
Wedding favors: amapola.bomboniere

Il sogno di Martina

Martina mi ha confidato essere in piena crisi di espansione, il suo progetto è in evoluzione, a un passo dal salto professionale. Incredibile!

Dal punto di vista della produzione ormai ha un suo spazio, il suo laboratorio dotato di due macchine lineari, una taglia cuci, una macchina da cucire famigliare che le fa da asolatrice. I tessuti sono riposti nelle vasche e quando taglia ha a disposizione due grandi tavoli da lavoro. “Il mio sogno però è quello di avere un laboratorio aperto al pubblico, dove poter lavorare ma anche accogliere clienti” afferma Martina.

Utilizza la piattaforma di vendita online Etsy anche se non le piace molto questo tipo di contatto con il cliente. Lei, infatti desidera un feedback sui capi che “costruisce”, pertanto usa il canale online esclusivamente come catalogo. “Ho un’idea molto precisa di come vorrei far indossare i miei abiti, e riconosco che sia importante anche per le clienti poter provare i capi prima di acquistarli. Alla fine mi trovo io stessa a suggerire di usare canali offline per incontrarsi e valutare dal vivo!”.

Un difetto di Martina

Dichiara che con la comunicazione è davvero una frana: “Da persona fin troppo analitica e concentrata sullo stare “dietro le quinte” mi riesce davvero difficile essere attiva sui canali social. In questo momento per crescere avrei sicuramente bisogno di avere al mio fianco collaboratori con ruoli diversi dal mio, che abbiano una visione affine a quella del brand e che possano aiutarmi a comunicarla.

Faccio troppe cose insieme e non sono abbastanza brava a coinvolgere gli altri.”

Ma io sono convinta che l’autenticità vince e sicuramente riuscirà a trovare il modo, l’occasione e le persone giuste per riuscire a portare avanti il suo sogno.

 

Foto di @cristinalenociph_wedding

Accessori sposa @cristinasignorina

Mua @chiaramari_makeup_hair_artist

Modella Antonella Graziani

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