Un racconto che attraversa le pieghe del tempo, la natura selvaggia e le profondità dell’anima.
🕰️ Un mondo dove il tempo ha smesso di obbedire
C’è un momento, per chi scrive, in cui le storie non bussano più alla porta.
Semplicemente irrompono.
I Crepuscolari è una di queste. Non ha chiesto permesso. È arrivata in sogno — o forse in un ricordo che non mi apparteneva — e mi ha trascinata via.
Questa non è una storia classica di viaggi nel tempo.
È una frattura. Una fuga. Una domanda aperta.
🌿 Una terra primordiale, viva e pericolosa
Anastasia o Ana come è semplicemente chiamata, la protagonista, si risveglia in un mondo selvaggio, insieme a due dei suoi compagni, ma la storia parte da lontano. O dalla fine: la fine della Terra e lo spegnimento del Sole.
Non sanno bene come ci sono arrivati. Ma sentono che devono andare avanti.
Con lei ci sono:
Lear, un giovane uomo innamorato di Anastasia, in lotta con il proprio passato e il senso del tempo stesso.
Kueran, guerriero silenzioso e intenso, destinato a legare il suo cammino a quello di Ana.
Salomon, il più giovane, appena quindici anni, fragile e luminoso.
In questo mondo senza tempo, nulla è stabile. Le leggi cambiano. La natura regna.
E il passato potrebbe essere il futuro.
🔍 Le domande che ci inseguono
In un tempo che non scorre, cosa resta di noi?
Cosa accade se le lancette si rompono e iniziamo a percepire il tempo come qualcosa di vivo, che ci osserva?
I protagonisti iniziano a porsi domande che forse appartengono anche a noi.
Che cos’è il ricordo?
Cosa rende un momento vero?
E se il tempo non fosse lineare… chi potremmo diventare?
❤️ Amore, sopravvivenza e memoria
Ana e Kueran inizieranno un percorso intimo che cambierà entrambi, ma ogni legame — in questo mondo crepuscolare — è fragile, come l’ultimo raggio di sole prima del crepuscolo
Ma questa non è solo una storia d’amore.
È una ricerca.
Un cammino nell’ignoto.
Una riflessione aperta sulla memoria, sull’identità, sulla possibilità di perdersi… o ritrovarsi.
🌒 Perché I Crepuscolari?
Perché vivono tra due mondi.
Perché sono figli del passaggio, dell’incertezza, della soglia. Come siamo noi in questo nostro tempo. Ora.
Perché il crepuscolo non è solo un momento della giornata.
È una condizione dell’anima.
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E se ti piacciono le storie che esplorano il tempo, la natura e l’identità… questa è per te.
👩💻 Chi sono
Mi chiamo Graziella Brusa. Scrivo storie di confine, dove la realtà si incrina e il possibile si mescola con l’impossibile. Dopo “I fantasmi di Apollonia Birot” e il romanzo per bambini “Teo Delciuff”, ancora in itinere, ho sentito il richiamo di un’altra dimensione. Forse più antica. Forse futura. Forse nostra.
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