Scritto da Graziella Brusa

Illustrazione della copertina: Elsa Rubino

A chi piace il deserto e potrebbe parlarne come quel luogo da definire casa propria?

Sembra impossibile vero?

Eppure alcune donne che scrissero sul deserto come luogo e  lo hanno anche eletto come posto dell’anima.

Esse hanno vissuto in epoche diverse, ma hanno in comune una ricerca costante: la ricerca di se stesse.

 Queste donne hanno affrontato i loro demoni nel deserto: quello arabo, quello australiano, quello magrebino ed anche il deserto americano.

Il deserto viene definito come una grande estensione di territorio disabitato dove pochi esseri selezionati dall’evoluzione riescono a sopravvivere.

Il deserto può essere rovente come l’inferno, ma anche gelido ed insensibile. Un luogo dove non c’è acqua, roccioso o sabbioso, con montagne o pianure, un luogo dove gli umani vivono isolati e si fondono complemente con l’ambiente, adattandosi se non si vuol perire immediatamente.

Pensa che alcune donne lo hanno scelto come casa.

Una suggestione tira l’altra, come le caramelle e…

LA PRIMA GERTRUDE BELL

Per prima ho incontrato lei, la regina del deserto: Gertrude Bell

ritratto di Gertrude Bell immagine articolo le donne del deserto
Gertrude in Iraq, durante una campagna di scavi nel 1909

Gertrude nata il 14 luglio 1868 è stata un’archeologa, politica, scrittrice e agente segreto britannica. Fu la prima donna laureata ad Oxford.

Visse gran parte della sua vita nei deserti arabi e li fece conoscere tramite i suoi scritti.

Si potrebbe definire un Lawrence d’Arabia femminile, sconosciuta ai più, ma che svolse durante la prima guerra mondiale un’attività a sostegno della rivolta araba ed ebbe un forte ruolo nella creazione di Stati come l’Iraq e la Giordania.

Conobbe veramente Lawrence d’Arabia.

Morì, forse suicida, il 12 luglio 1926.

Sono stata incuriosità da un film sulla sua vita “Qeen of the desert” del 2015 diretto da Werner Herzog e interpretato da Nicole Kidman.

Un documentario biografico è stato realizzato delle registe Sabine Krayenbühl e Zeva Oelbaum che si intitola “Letters from Baghdad”

Gertrude non si è mai sposata, ma non è stata single per scelta, anche se veniva definita una snob con un cervello da uomo. Il suo primo amore Henry Cadogan non era un buon partito e il padre di Gertrude negò il consenso al matrimonio. Cadogan morì qualche tempo dopo.

Il secondo, il colto e brillante Capitano dell’esercito britannico, Richard Doughty -Wyle, sposato, morì sul fronte turco nel maggio del 1915.

A Gertrude non rimase che la scrittura e il deserto.

LA SECONDA DAISY BATES

La seconda è Daisy Bates nata il 16 ottobre 1859 a Roscrea Irlanda e morta il 18 aprile 1951 alla veneranda età di 91 anni.

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Daisy Bates

Fu una giornalista ed ebbe una vita molto movimentata.

Difensore dalla società degli aborigeni australiani tanto che essi si riferivano a lei con il titolo onorifico Kabbarli cioè grande madre

Pensa ad una donna di età edoardiana, vestita di tutto punto con stivali, guanti e velo, che vive in una tenda nel deserto australiano?

Veramente è difficile immaginarla, ma Daisy dedicò 40 anni della sua vita a studiare la società aborigena dalla sua tenda, in un piccolo insediamento nell’Australia Occidentale al limite del Nullarbor Plain.

Si sposò prima con il poeta e cavaliere Breaker Morant; fu fidanzata, almeno lo affermò lei con Philip Gipps che tuttavia morì prima del matrimonio, poi incontrò John Bates ed ebbe un unico figlio da lui, ma qualche mese dopo sposò anche un altro uomo che di nome faceva Ernest Baglehole.

Bigama.

Non visse molto con i suoi uomini ed abbandonò anche il figlio che non la volle mai più rivedere.

Si rifugio in una regione arida, quasi totalmente priva di alberi nel deserto australiano con gli aborigeni.

Una condizione simile a quella di Gertrude che si innamorò della cultura islamica e di popoli molto differenti da quello inglese.

Inghilterra ed Irlanda, paesi in cui per le donne c’era qualche speranza in più di avere un destino diverso da quello imposto?

LA TERZA DONNA, ISABELLE

Un’altra donna ancora più enigmatica delle due precedenti fu Isabelle Eberhardt nata a Ginevra il 17 febbraio 1877 e morta annegata nel deserto algerino a Aïn Sèfra il 21 ottobre 1904 a soli 27 anni.

Androgynous photograph of Eberhardt as a teenager in a short haircut and a sailor's uniform
Isabelle vestita in panni maschili

Interessante è questo video sulla sua vita: Isabelle Eberhardt, la ribelle del Sahara

È stata una scrittrice, esploratrice svizzera di origini russe che viaggiò e visse nel deserto algerino.

Donna inquieta che si innamorò di un musulmano di nazionalità francese Slimane Ehnni.

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Slimane

Si converte all’Islam e viene iniziata alla confraternita sufi della Oadiriya.

Viaggia indossando abiti maschili.

Scrittrice talentuosa, vive appieno il mondo arabo e fa incontri straordinari e come donna riesce a conoscere e descrivere aspetti della vita in quel paese che agli uomini sono preclusi.

Il destino di questa donna è atroce, non riesce a stare ferma, costretta ad una vita in costante movimento alla ricerca di pace: muore annegata in un’innodazione in pieno deserto.

Che la pace sia con lei.

LA QUARTA DONNA, EDITH WARNER

In un altro deserto in un altro continente invece è vissuta Edith Warner nata nel 1893, conosciuta con il soprannome della “donna di Otowi Crossing”.

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Edith

Gestiva una locanda in Los Alamos, New Mexico.

Un particolare: da lei vari scienziati e militari venivano a rinfrescarsi mentre nel Laboratorio di Los Alamos creavano, per la prima volta, la bomba atomica.

Scienziati del calibro di Niels Bohr, Philip Morrison e Enrico Fermi.

Fu una scrittrice ed una selezione dei suoi lavori è racchiusa in un libro: “in the shadow of Los Alamos. Selected writings of Edith Warner.”

Era una quacchera e le sue credenze includevano una sorta di misticismo ed un desiderio di connessione profonda con la Terra.

Viene definita anche la prima hippie; aveva un amico intimo, un nativo americano di nome Tilano Montoya.

Morì di cancro nel 1951 nella sua casa.

ELLEN MELLOY, NON L’ULTIMA

L’ultima non è una donna dell’ottocento, ma nata in California il 21 giugno 1946, prematuramente scomparsa il 4 novembre 2004 a Bluff, un villaggio situato nel deserto dello Utah.

Si chiama Ellen Meloy ed ho letto avidamente il suo libro Antropologia del Turchese: non solo un viaggio nei colori, negli odori e nei paesaggi del deserto americano, ma anche un diario, una autobiografia ed un memoir, come piacciono a me.

Ciascuno di noi possiede dentro di sé cinque, imprescindibili e misteriose bussole per esplorare il mondo naturale:vista, tatto, gusto, udito, olfatto. Recedendo I fili che ci legano alla natura, distratti da informazioni e immagini, sepolti dal caos assordante, smettiamo di ascoltare la nostra intelligenza sensoriale. Questa mancata attenzione ci renderà tutti orfani”

All’indirizzo www.ellenmeloy.com potete provare ad inviare un vostro scritto sul deserto e vincere 5000 dollari.

La vincitrice del premio per l’anno 2021 è Victoria Blanco.

E POI UN ALTRA DONNA DEL DESERTO…

Ultimissima appassionante donna è Robyn Davidson che attraversa il deserto australiano a piedi accompagnato dal suo fedele cane e da quattro dromedari.

Ho visto il film su Prime Video intitolato Tracks – attraverso il deserto.

Guardalo qui: https://g.co/kgs/H69dpB

Il deserto mi ha sempre affascinato per il silenzio, un luogo dove ritrovarti. Tutti queste scrittrici, pioniere, esploratrici hanno scritto i loro memoir che sono anche testimonianze di fatti, luoghi, cultura, che interessano tutti.

E tu cosa ne pensi?

Qual’è il tuo luogo riservato per la scrittura?

In quale luogo ambienteresti la tua storia?

Lascia qui il tuo commento o le tue domande